Scusi ma lei è qualcuno? Ferruccio Di Cori, uno psichiatra a teatro
Maria Pia D’Orazi
Scusi ma lei è qualcuno?
Ferruccio Di Cori, uno psichiatra a teatro
Scusi ma lei è qualcuno? ricostruisce un’esperienza di teatro spontaneo condotta dal professor Ferruccio Di Cori, psichiatra esperto di psicodramma, con gli studenti del Centro Teatro Ateneo dell’Università di Roma “La Sapienza” dal 1993 ad oggi. Il punto di partenza è un laboratorio occasionale sulle tecniche dello psicodramma, che dimostra subito una tale autonomia di soluzioni metodologiche e concettuali da diventare un regolare insegnamento annuale. In questo passaggio, un procedimento d’indagine psicologica si trasforma in ipotesi di teatro stimolando una riflessione sulla dinamica del cambiamento, laddove le tecniche dell’attore tendono a confondersi con la disciplina personale e gli strumenti terapeutici finiscono per coincidere con l’utopia di un teatro vivo e necessario. Nello stesso tempo, poiché riflette un perimetro protetto che spinge i partecipanti alla libera espressione del proprio vissuto, questo percorso diventa specchio involontario degli umori di una società e della sua generazione di adolescenti, acquistando un valore documentario al di là della ristretta cerchia degli addetti ai lavori.
Per cominciare, c’è lo stesso Di Cori, l’ottantenne eccentrico e originale che ha reso possibile l’esperimento, la sua biografia e una serie di conversazioni realizzate dall’autrice con l’idea che lui stesso potesse spiegare i principi del metodo. Quindi la descrizione della sua precedente attività teatrale con gli psicotici, lezioni tipo dedotte dalle registrazioni video, gli esperimenti drammatici prodotti dagli studenti e i modelli loro forniti come esempio. Un insieme di materiali eterogenei, scelti per rendere il senso di un’attività che si è precisata nel corso stesso del suo svolgimento. Per dire, infine, che si può esistere senza rinunciare alla propria personale verità, nonostante il ruolo, nonostante il bisogno di una maschera che ci renda socialmente riconoscibili, evocando l’immagine di un attore creativo capace di trasformare la finzione in una realtà possibile.
Maria Pia D’Orazi, studiosa del teatro del Novecento e giornalista; dottore di ricerca in Storia, teoria e tecnica del Teatro e dello Spettacolo, ha collaborato per sei anni all’attività del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Dal 2004 è professore a contratto di Storia dello spettacolo alla “Rufa” (Rome University of Fine Arts). Autrice di diversi saggi su riviste specializzate, ha curato la traduzione di un manuale di storia del teatro giapponese (Benito Ortolani, Il teatro giapponese, 1998). Ha inoltre sviluppato una ricerca sul confronto fra Oriente e Occidente attraverso la danza butô; sull’argomento ha tenuto conferenze internazionali, diretto due Festival (1998, 2000), collaborato a una serie di progetti con la Japan Foundation e pubblicato due libri (Butô. La nuova danza giapponese, 1997; Kazuo Ôno, 2001). Dal 2002 scrive per il quotidiano «Il Foglio».
ISBN: 9788878701342
Pag. 186 – edizione 2006
Bulzoni Editore